La Giornata mondiale delle zone umide (World Wetlands Day) si celebra annualmente il 2 febbraio in occasione dell’anniversario dell’adozione della Convenzione di Ramsar, una convenzione internazionale firmata a Ramsar (Iran) il 2 febbraio 1971, per garantire la tutela e l’utilizzo razionale di tutte le zone umide di importanza internazionale, soprattutto in relazione alla vita degli uccelli acquatici.

La giornata è stata istituita per ricordare il ruolo fondamentale che svolgono questi ambienti: accolgono la più grande biodiversità della Terra, sono fulcro di importanti rotte migratorie degli uccelli acquatici, ma sono anche ecosistemi connessi alle acque sotterranee, e particolarmente sensibili all’impatto dei cambiamenti climatici. 

Cos’è una zona umida?

“…distese di paludi e di acquitrini, di torbiere o di acque naturali o artificiali, permanenti o temporanei, dove l’acqua è stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese distese di acqua marina la cui
profondità, a marea bassa non superi i sei metri.”
(art. 1.1 della Convenzione)

I confini di una zona umida inclusa nella Lista nazionale possono “includere delle zone rivierasche o costiere contigue alla zona umida, ed isole o distese di acqua marina di profondità superiore a sei metri a
marea bassa, circondate dalle zone umide, in particolare allorché dette zone, isole o distese d’acqua, abbiano un’importanza in quanto habitat degli uccelli acquatici.”
(art. 2.1)

Le zone umide incluse nella Convenzione Ramsar sono molto diverse tra loro per struttura, funzione e posizione geografica, dato che interessano tutti i continenti, dalle zone montuose al mare, e includono paludi, fiumi, laghi, mangrovie, barriera corallina e addirittura zone umide create dall’uomo come le risaie e le saline.

Zone umide e acqua

Quest’anno (2021) cade il 50esimo anniversario della Convenzione di Ramsar e la Giornata mondiale delle zone umide è dedicata al tema “Zone umide e acqua” (Wetlands and water): lo spiega in questo video Martha Rojas Urrego, Segretaria Generale della Convenzione.

“Bisogna comprendere meglio e valorizzare quello che le zone umide fanno per l’acqua.
Raccogliendo, immagazzinando, filtrando e restituendo acqua dove e quando serve, le zone umide rappresentano una fonte d’acqua pulita, indispensabile per il funzionamento degli ecosistemi naturali e per le attività umane.

Interconnesse ed inseparabili, l’acqua e le zone umide sono fondamentali per la vita, perché creano gli habitat per il 40% delle specie presenti sul Pianeta.”
Martha Rojas Urrego, Segretaria Generale della Convenzione

Zone umide e acque sotterranee

Le zone umide hanno scambi, continui o intermittenti, con le acque superficiali (fiumi, laghi, ecc…) o con il mare (stagni costieri, valli), ma contemporaneamente sono in connessione con le acque sotterranee.

La sopravvivenza degli ecosistemi delle zone umide dipende in larga parte dalla loro relazione con le acque sotterranee. Impatti sulle acque sotterranee (ad es. riduzione di portate e livelli, inquinamento chimico) possono avere ripercussioni importanti sugli equilibri ecosistemici.

Per questo motivo è stata introdotta la definizione “Ecosistemi dipendenti dalle acque sotterranee” (Groundwater Dependent Ecosystems, GDE) per indicare tutti quegli ecosistemi che hanno bisogno dell’acqua sotterranea per la loro sopravvivenza, ossia per mantenere le loro comunità di piante e animali, i loro processi ecologici e garantire i loro servizi ecosistemici.

Lo studio dei GDE è una branca molto recente dell’idrogeologia.

I GDE possono essere classificati in 3 macro-categorie:

  • di superficie, oltre a sorgenti e fontanili, includono tutte le tipologie di zone umide e sono a loro volta suddivisi in: lacustri, palustri, rivieraschi (di fiume), di estuario, marini;
  • di sottosuolo (vegetazione terrestre con radici che raggiungono la falda);
  • sotterranei profondi (grotte e acquiferi).
Zone umide classificate in base alla tipologia di GDE di superficie (da https://wetlandinfo.des.qld.gov.au/wetlands/resources/training/15-gde-ecology/)

Zone umide e carbonio

Le zone umide immagazzinano il 35% del carbonio terrestre globale, assolvendo così all’importante compito di regolare e mitigare gli impatti
dei cambiamenti climatici.
In particolare le torbiere (cioè i fondi di lago o palude in cui si sono accumulati ammassi vegetali che, decomponendosi, danno luogo alla torba) sono i più ricchi serbatoi di carbonio tra tutti gli ecosistemi terrestri: ne trattengono il doppio di quello presente nell’intera biomassa forestale del mondo e, diversamente dalle foreste, per molto tempo.

(Dato reso noto dal WWF in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, 1-2 febbraio 2009)

Zone umide in Italia

Le zone umide sul territorio italiano sono visualizzabili su mappa interattiva nel Geoviewer ISPRA.

Attualmente in Italia sono censite 65 zone umide (53 approvate e 12 in attesa), per un’areale complessivo di circa 82 mila ettari.

Tra le regioni italiane, la massima estensione di zone umide si osserva in Emilia-Romagna, per la presenza di grandi zone umide maggiori di 10.000 ha, fra cui le Valli di Mezzano e le Valli di Comacchio, seguita dalla Sardegna, per la presenza di numerosi stagni costieri.

Zone umide in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna è il Parco del Delta del Po che accoglie la più vasta estensione di Zone Umide di importanza internazionale (Zone Ramsar), che sono:

  1. Salina di Cervia in comune di Cervia (RA) attualmente tutelata come Riserva statale (Stazione Pineta di Classe-Salina di Cervia);
  2. Ortazzo e Ortazzino in comune di Ravenna (Stazione Pineta di Classe-Salina di Cervia);
  3. Piallassa della Baiona e Risega in comune di Ravenna (Stazione Pineta di S.Vitale e Piallasse di Ravenna);
  4. Punte Alberete in comune di Ravenna (Stazione Pineta di S.Vitale e Piallasse di Ravenna);
  5. Valle Santa in comune di Argenta (FE) (Stazione Campotto di Argenta);
  6. Valle Campotto e Bassarone in comune di Argenta (FE) (Stazione Campotto di Argenta);
  7. Valli residue del comprensorio di Comacchio (FE) (Stazione Centro storico di Comacchio);
  8. Sacca di Bellocchio (Stazione Valli di Comacchio e attualmente tutelata come Riserva statale);
  9. Valle Bertuzzi a Comacchio (FE) (Stazione Centro storico di Comacchio);
  10. Valle di Gorino (Stazione Volano-Mesola-Goro).

Certamente tutte queste zone del Delta del Po valgono una visita (anche più di una!) e offrono tantissime opportunità per amanti della natura, appassionati di avifauna (birdwatching), fotografi, cicloturisti ed escursionisti.



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