Traccianti fluorescenti

In idrologia e idrogeologia un tracciante è un qualsiasi tipo di sostanza o proprietà dell’acqua che può essere usata per seguire il percorso dell’acqua (superficiale o sotterranea). I traccianti artificiali sono sostanze o particelle che vengono immesse (volontariamente o accidentalmente) in un corpo d’acqua, ma che sarebbero naturalmente assenti (o presenti con un basso tenore di fondo).

Tra i traccianti artificiali di più diffusa applicazione compaiono sicuramente i traccianti fluorescenti (noti in inglese come fluorescent dyes, o semplicamente dyes), anche definiti "coloranti": si tratta di sostanze utilizzate appunto come coloranti nell'industria tessile, cosmetica o alimentare, che hanno appunto la proprietà di colorare le acque anche a concentrazioni molto basse.

 

 

L'applicazione dei traccianti fluorescenti in idrogeologia nasce storicamente nel mondo dell'esplorazione speleologica e dello studio dei sistemi carsici, per scoprire connessioni idrogeologiche sotterranee, per dimostrare l'esistenza di "corsi d'acqua sotterranei": la prima applicazione con approccio scientifico, esito positivo e documentazione dei risultati risale al 1877 in Germania.

Il più famoso tracciante fluorescente è certamente la “Fluoresceina sodica” (o Uranina), nota come “Fluoresceina”, usata anche in campo medico diagnostico (ad esempio nella fluorangiografia in ambito oculistico). Ma ne esistono molti altri: Eosina, Rhodamine (Sulforhodamina-B, Sulforhodamina-G, Rhodamina-WT), Tinopal, Amino-G-Acid, Naftionato di sodio sono le molecole attualmente di più diffusa applicazione.

Si tratta di sostanze organiche artificiali contenenti un gruppo aromatico che determina la fluorescenza (proprietà di ri-emettere un fotone dopo avere assorbito luce visibile o ultravioletta), con un picco di massima fluorescenza in corrispondenza di una specifica lunghezza d'onda dello spettro UV-visibile. Le diverse lunghezze d'onda permettono la separazione analitica delle diverse molecole.

I traccianti fluorescenti presentano diversi vantaggi applicativi:

  • costi dei traccianti relativamente bassi
  • bassissimo limite di rilevabilità analitica (10-1 ÷ 10-3 ug/L)
  • medio-elevata solubilità in acqua
  • possibilità di rilevare i segnali di fluorescenza in continuo con strumentazione altamente specializzata (fluorimetri da campo)
  • possibilità di effettuare iniezioni multiple di diversi traccianti analiticamente separabili
  • atossicità per la maggior parte dei composti (Behrens et al., 2001).

Come ogni tecnologia, non sono esenti da alcune limitazioni:

  • protocolli analitici ancora non disponibili nei laboratori commerciali certificati
  • medio-alta fotodegradazione
  • problematiche di adsorbimento su matrice solida dell'acquifero (di entità variabile a seconda della sostanza e del mezzo acquifero)
  • alcune sostanze sono sensibili al pH dell'acqua
  • possibile interferenza tra sostanze.

Metodologie di campionamento / analisi:

  • campionamenti discreti (manuali o automatizzati) dell'acqua e conferimento a laboratorio
  • monitoraggio in continuo con fluorimetri da campo
  • campionamento passivo con fluocaptori (o fluorocaptori) che accumulano il tracciante e conferimento a laboratorio.

Prove di tracciamento nelle acque sotterranee (Groundwater Tracing Test)

Una prova di tracciamento usa un tracciante artificiale per seguire il flusso dell’acqua e si basa sul semplice principio di monitorare le possibili vie d’uscita della sostanza immessa in acquifero.

La prova consiste materialmente nell'immissione di una sostanza artificiale (il tracciante) all'interno di uno o più punti di accesso alle acque sotterranee e nella successiva ricerca della stessa sostanza presso altri punti di passaggio o recapito delle acque sotterranee, per la verifica del collegamento idrico sotterraneo. Attraverso il monitoraggio (campionamenti ripetuti nel tempo o utilizzo di strumentazione di campo per monitoraggio in continuo), si possono determinare i tempi d’arrivo e quindi le velocità.

Sei interessato ad un'applicazione con traccianti?

Sono Valentina Vincenzi, geologa esperta in Idrogeologia. Mi sono occupata di numerose applicazioni di traccianti nelle acque sotterranee, dal 2000 ad oggi. Dal 2010 opero come libera professionista fornendo consulenza sul tema delle acque sotterranee a enti pubblici, università, gestori di acquedotti, clienti privati ed aziende nei settori geologico, ambientale, approvvigionamento idrico da pozzi.

Cosa si può determinare con le prove con traccianti?

  • direzioni di flusso
  • velocità di flusso
  • parametri dell’acquifero:
    • conducibilità idraulica
    • dispersività
    • porosità efficace
  • connessione idrogeologica/idraulica tra punti:
    • tra una sorgente di contaminazione ed un potenziale bersaglio
    • tra due falde idriche
  • identificazione di perdite idriche:
    • da un invaso idrico artificiale
    • da sistemi fognari
  • tenuta idraulica di sistemi sotterranei di confinamento delle acque:
    • barriera idraulica costituita da pozzi o trincee
    • barriere fisiche: diaframmi, palancole, impermeabilizzazioni, ...

Bibliografia essenziale di riferimento

Behrens H., Beims U., Dieter H., Dietze G., Eikmann T., Grummt T., Hanisch H., Henseling H., Käss W., Kerndorff H., Leibundgut C., Müller-Wegener U., Ronnefahrt I., Scharenberg B., Schleyer R., Schloz W. & Tilkes F. (2001). Toxicological and ecotoxicological assessment of water tracers. Hydrogeology Journal, 9(3): 321–325.

Benischke R., Goldscheider N. & Smart C. (2007) Tracer techniques. In: Methods in karst hydrogeology. Taylor & Francis Eds., 2007.

Fetter C.W. (2008) Contaminant Hydrogeology. 2nd Edition, Waveland Press Inc., Long Grove, 500 pp.

Käss W. (1998). Tracing techiniques in geohydrology. Balkema editions.

Leibundgut C., Maloszewski P. & Külls C. (2011). Tracers in hydrology. Wiley.

Schudel B., Biaggi D., Dervey T., Kozel R., Müller I., Ross J.H. & Schindler U. (2002). Utilisation des traceurs artificiels en hydrogéologie – Guide pratique. Rapporti dell'UFAEG, Serie Geologia, N. 3, pp. 77.